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Ma il riso salva veramente i dispositivi elettronici bagnati?

Posted by Eraovius on ottobre - 26 - 2015

Sarà capitato a tutti, che sia un PC, un tablet, o quello che vogliate, chiunque prima o poi farà fare i conti con l’acqua ad un oggetto tecnologico a cui tiene. Mi viene in mente di un vecchio bellissimo Nokia che mi portai dietro per una sessione di pesca subacquea, ma la sfortuna volle che un poco d’acqua entrasse nel sacco impermeabile chiuso male, e l’acqua facesse battaglia con il SoC del nokia. una volta uscito dall’acqua; la ramanzina è sempre la stessa:

Forza, non c’è tempo da perdere, mettilo in un sacco di riso, che sia, RISOTTO, RISO BASMATI, INTEGRALE, quello che vuoi MA METTILO NEL RISO!

Non importa quanto sia ostica la prospettiva di rinascita, ogni telefono bagnato suscita lo stesso rimedio popolare: metterlo nel riso. Mettilo nel riso, lo hanno detto i miei amici, i miei genitori, uno che conosce il cugino di un mio amico, e dopo avercelo messo lasciarlo lì per almeno un giorno. Così ho sepolto il mio telefono sotto i chicchi e attesi per il riso e la sua magia.

riso

In un’epoca di alta tecnologia cinica e in movimento, il cosiddetto trucco del riso si fa sentire come una perla di antica saggezza, tramandata da una generazione a quella successiva. Ma dove è saltato fuori il trucco del riso? E funziona davvero?

Indipendentemente delle prove, il trucco riso perdura perché suona bene, anche se magari non è così: il riso infatti, assorbe l’acqua; assorbire acqua è la chiave per il salvataggio di un telefono; così il riso salverà il telefono. E ogni volta che un telefono cade in un gabinetto o lavandino, il trucco è trasmesso, di padre in figlio, da amico ad amico. Innumerevoli testimonianze parlano l’efficacia di riso. Ma vediamo da dove nasce e come si è sviluppata la teoria del riso.

Il primo salvataggio documentato di iPhone

Nel luglio del 2007, meno di un mese dopo il lancio del primo iPhone, un membro del forum MacRumors – Jorsuss – ha iniziato un thread chiamato “Ho lasciato il mio iPhone in acqua” con un racconto familiare: “Stavo controllando il telefono per vedere se avessi eventuali chiamate o messaggi e mi è caduto nel lavandino.” Jorsuss ha coperto il telefono con il riso in quello che potrebbe essere stato il primo tentativo documentato di utilizzare il trucco di riso su un iPhone. Non ha funzionato, ma è la prova che il metodo esisteva prima che l’iPhone avesse vita, anche se, per un pignolo, i dettagli della tecnica erano confusi.

“E il riso dovrebbe essere cotto o crudo per far asciugare un cellulare impregnato d’acqua? ” ha chiesto un utente su Yahoo Answers al tempo. Torniamo indietro così, e vediamo che un mese prima, sempre nel 2007, un reporter del Washington post fece accidentalmente cadere il suo Blackberry  in bagno… nella tazza… mentre si preparava per un appuntamento. Egli salvò il telefono (e il suo appuntamento)  col trucco del riso, meritando anche un trafilo in prima pagina su LifeHacker: “Dry out your soaked gadgets in rice.”

Ma le prime testimonianze precedono l’era smartphone, si torna indietro negli anni 2000 con un user che cercava aiuto per resuscitare il suo Nokia 5130.

IS THE RICE SUPPOSED TO BE COOKED OR UNCOOKED?

acqua

Cerca che ricerca e finalmente arriviamo alla probabile fonte del trucco: per molti decenni, il riso è stato utilizzato per mantenere macchina fotografica e film (intendo proprio le pellicole) secchi e asciutti in luoghi tropicali o con umidità particolarmente elevate. Nel 1996 se ne parlò sullo Yankee Magazine: oltre 1.000 ingegnosi modi per estendere la vita di tutto ciò che possiedi (Originale “Over 1,000 Ingenious Ways to Extend the Life of Everything You Own”, dove Earl Proulx scrisse: “Se stai portando la fotocamera in un clima caldo e umido, allontana la ruggine e le muffe, mettendo un po ‘di gel di silice essiccante (disponibile nei negozi di telecamere) in un sacchetto poroso e riponetelo con la vostra macchina fotografica e la vostra pellicola… o sostituitelo con un pizzico di riso crudo. ” In un articolo da un numero di Giugno 1946 di Popular Photography, l’autore scrive che mentre la silice è il metodo preferito per mantenere la pellicola secca, tè, carta scura e riso possono funzionare nello stesso modo, ma dato che “la loro capacità di assorbire l’umidità è così bassa, tuttavia , ci vorranno quantità molto grandi per produrre un effetto sostanziale. “

Alcuni fotografi intervistati a riguardo anche da The Verge, hanno detto di non essere a conoscenza dell’utilizzo del riso per il mantenimento di attrezzature e pellicole ma che sembrava una teoria “molto interessante”. Quando il primo telefono è stato immerso in un mucchio di riso asciutto è impossibile dirlo, ma c’è qualcosa di ironico nel fatto che si usi ancora il metodo per mantenere gli equipaggiamenti fotografici al sicuro.

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Banale ma non molti ci pensano: una volta asciugato bene il telefono con asciugamani etc. passateci sopra un aspirapolvere per recuperare tutta l’umidità possibile in una sola botta.

Riso? Molto meglio il couscous.

Quindi il trucco funziona? Nel 2014, Gazelle.com condusse un test che indicava chiaramente che il trucco non funzionasse. Dei sette essicanti casalinghi  che hanno provato, il riso crudo era il meno assorbente, e stava ben dietro alle lettiere per gatti, il couscous, la farina d’avena, e il riso istantaneo (ancora più disidratatato). A meno che non siate disposti a spendere un bel po’ di soldi, lasciare il telefono su una mensola accanto al deumidificatore, potrebbe essere la soluzione migliore.

Craig Beinecke, co-fondatore di TekDry, una società che fornisce “servizi di soccorso di emergenza per dispositivi elettronici”, lo spiega anche in un’altra versione.  L’anno scorso infatti, TekDry è stata commissionata  per condurre una ricerca sulla efficacia del riso. “Nelle misure sperimentali, è stata persa per evaporazione più acqua semplicemente lasciando il dispositivo bagnato in una stanza aperta, piuttosto che racchiudendolo in un contenitore di riso,” conclude lo studio. Anche se, in questo caso, pensiamo che la ricerca debba essere pesa con le pinze in quanto interamente finanziata da una società la cui attività dipende dal fatto che il trucco riso debba essere inefficace.

TekDry ha sviluppato una macchina che assomiglia a una valigia e utilizza la pressione negativa e del calore per espellere attivamente i fluidi da un telefono in circa 20 minuti.

 

gel-silice

 

Non accendere quel telefono

Ad ogni modo, la cosa peggiore che tu possa fare per un telefono cellulare bagnato è di accenderlo prima che si asciughi completamente – farlo è omicidio cellulare volontario, condannato da noi tecnologici in primo grado. Perchè non al sole? Perchè nonstaremo qui a dilungarci sui problemi che il sole possa causare al vostro dispositivo in tempi prolungati di esposizione.
Il trucco del riso è efficace -forse- solo per un motivo: pone il telefono fuori dalla vista, e forse lontano dal cuore. Il riso però non può proteggere il dispositivo dai poteri distruttivi dell’acqua, ma almeno temporaneamente rimuove un elemento molto più pericoloso: noi e le nostre nevrosi, impazienti di riutilizzare il nostro dispositivo; è vero che trascorrere 12 ore, 24 ore, o anche un paio di giorni – a seconda delle istruzioni che troviamo- senza il telefono possa essere difficile. Meglio tenerlo lontano dagli occhi, perché altrimenti siamo tentati di riaccendere troppo presto il device, e ucciderlo.

Ma se crediamo nel trucco del riso, diamo tempo di lavorare alla sua magia – tempo che forse avrebbe salvato il telefono, con o senza il riso. In effetti, il trucco funziona solo perché crediamo che il riso faccia qualcosa.

Personalmente, il trucco ha salvato alcuni dei miei dispositivi, ma non posso dire che il merito sia del riso; ma spesso, dopo qualche settimana tendono a rallentare e a volte… a non rispondere più e diventare inutilizzabili.

Le capacità di assorbimento del riso sono infatti risultate essere quasi nulle, e si è dimostrato che per ottenere risultati soddisfacenti è sufficiente lasciare che il telefono si asciughi all’aria aperta (e non dentro una scatola). Altri studi, tra cui quello condotto da TekDry, sono giunti alla medesima conclusione. Nel caso in cui il vostro smartphone dovesse malauguratamente cadere in acqua la cosa migliore che potreste fare sarebbe quello di lasciarlo spento per almeno 12 ore all’aria aperta, nell’attesa che l’umidità evapori. E magari, farci una preghiera sopra.

Altrimenti, caricate il protafoglio e portate il telefono a fare una bella (ma spesso non economica) doccia ad ultrasuoni.

Categories: Curiosità, Guide

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