Oramai il pubblico possessore di un SSD è cresciuto notevolmente; certo mettere windows su unSSD è come avviare un’automobile col turbo sempre inserito, ma non tutti sanno alcune cose importanti che vi spiegheremo. Come molti sapranno i solid state drive sono unità di archiviazione basate su memoria flash, in grado di raggiungere prestazioni estremamente elevate e senza parti in movimento; questo consente velocità incredibili, consumi minori e minor calore prodotto, a scapito della durata media del disco (anche se quest’affermazione non è ancora una scienza sicura).
Mediamente infatti gli SSD hanno una vita limitata, in termini di scrittura, gia prestabilita: si parla in media di 140TB (140.000 GB) di vita dati per il ciclo di scrittura, dopo i quali il disco dovrebbe esaurire la sua vita funzionale. Questo è ovviamente il parametro di inaffidabilità sparato dai produttori di HDD tradizionali, ma noi consideriamo altri fattori: un utente medio, anche con un discreto uso del pc (server a parte, mi sembra logico) scrive sul disco fisso mediamente 10GB al giorno. Considerati i cicli vitali del disco quindi, e i modelli di dischi principali in commercio, un disco dura circa 20-30 anni quindi una durata eccessivamente lunga perfino. Il problema però non è che si arrivi a completare i cicli di scrittura, ma piuttosto che firmware possa presentare difetti e diminuire la vita del nostro disco, senza contare i problemi di natura elettrica: un condensatore o un chip di memoria potrebbero non funzionare correttamente, e così uccidere l’SSD. Esattamente come può avvenire per un disco HDD tradizionale. I dati di vita e scrittura del disco sono facilmente reperibili con software gratuiti come SSD Life, che offre informazioni sui giorni di vita, accensioni e perfino dati scritti sul disco.
Senza dilungarci oltre in particolari dettagli, vi daremo due consigli utili per evitare di sprecare cicli di scrittura preziosi per il vostro SSD, allungandone quindi (con un po’ di fortuna da parte dell’elettronica del disco) la vita in maniera gratuita. Deframmentazione e Cache su disco sono i nostri “nemici”.
Vi forniremo una guida con tutte le foto passo-passo cosìcchè sia semplice anche per i poco pratici, e non vi perdiate.
Deframmentazione: uno degli strumenti che ci permette di tenere ordinato il disco fisso tradizionale (perchè il sistema operativo ha il brutto vizio di scrivere i file in maniera frammentata creando disordine che causerà lentezza al sistema) sarà un nemico per il nostroSSD: i dati infatti, vengono generalmente disposti ordinatamente dal controller dell’SSD, poichè il funzionamento è molto diverso da quello di un HDD meccanico. La deframmentazione infatti legge, sposta e riscrive ordinatamente i files, facendoci quindi sprecare preziosi cicli scrittura/cancellamento. Disattiviamola, ecco i passaggi:

Andiamo su "Computer", selezioniamo l'unità SSD e clicchiamo col tasto destro del Mouse: ora andiamo su "Proprietà"

Selezioniamo la scheda "Strumenti" e poi "Esegui Defrag" (su windows 8 dovrebbe esserci scritto "Ottimizza")

Togliamo dalla predisposizione tutti i giorni per disattivarla in windows 8, mentre togliamo semplicemente la spunta "Esegui pianificazione" come da foto, per disattivarla su Windows 7 e precedenti
L’altro nemico è la scrittura del sistema di CACHE su disco: disattiviamola se abbiamo molta RAM (almeno 4-8GB), o ancora meglio, impostiamola per essere scritta su un altro disco meccanico, lasciando il nostro SSD in salvo:

Selezionate la scheda "Avanzate" e poi nella sezione Prestazioni cliccate su "Impostazioni", evidenziato in celeste nella foto

Impostate per l'SSD "Nessun File di paging" e cliccate poi su "Imposta". Dopodichè, se volete ma non è indispensabile, cliccate sul vostro secondo disco (se ne vaete uno) e impostate "Dimensioni gestite dal sistema" e cliccate su "Imposta" nuovamente. Dopodichè cliccate su "OK", riavviate, e le nuove impostazioni saranno attive
Bellissimo
ARticolo STRA utile